Viaggio nelle scuole di Piedimonte

“Viaggio nelle scuole di Piedimonte”: ecco la prima tappa

Buona domenica! Oggi Fare Comunità inizia il “Viaggio nelle scuole di Piedimonte“, un viaggio alla scoperta del ruolo strategico delle istituzioni scolastiche per il futuro del territorio, delle opportunità — non solo strettamente didattiche — che riescono a garantire ai giovani, delle funzioni che esse stesse svolgono per quanto riguarda la formazione dei futuri cittadini.
Per questa prima tappa, abbiamo incontrato la Dirigente Scolastica dell’Istituto di Istruzione Superiore Vincenzo De Franchis, la dott.ssa Isabella Balducci.

Buongiorno Preside. Quanti sono gli alunni che frequentano la sua scuola e come sta cambiando negli ultimi anni l’affluenza?
«Gli alunni iscritti nell’anno scolastico in corso sono circa 800 suddivisi tra i due plessi che compongono l’Istituto superiore ovvero l’istituto professionale di Alife e l’istituto tecnico economico di Piedimonte. Entrambe le sedi hanno anche percorsi per adulti equivalenti a quelli del diurno. L’affluenza dei nostri istituti risente come sul tutto il territorio nazionale di una riduzione di iscritti, tendenza compensata da una richiesta sempre maggiore di iscritti nei corsi per adulti presso i quali l’interesse per diplomi tecnico-professionali è nettamente in controtendenza rispetto alle scelte dei ragazzi verso i licei.»

Qual è l’offerta formativa della sua scuola? Perché un ragazzo dovrebbe scegliere l’Istituto De Franchis? Che prospettive occupazionali offre ai ragazzi?
«L’offerta formativa del De Franchis è ricca ed articolata con numerosi indirizzi nel “professionale” dove si qualificano al terzo anno, e si diplomano al quinto, tecnici specializzati nella manutenzione elettrico-elettronica, termoidraulica e meccanica, nonché nel “percorso moda” ove abbiamo i tecnici dell’abbigliamento ad indirizzo sartoriale. Nel “tecnico economico” (ITE, Istituto Tecnico Economico) si trova l’indirizzo AFM (amministrazione, finanza e marketing), l’indirizzo SIA (sistemi informatici aziendali) e l’indirizzo turismo. Tutti percorsi professionalizzanti estremamente interessanti per il mondo del lavoro con cui l’istituto crea rapporti di continuo interscambio. Sul sito istituzionale si può prendere visione del POTF (piano dell’offerta formativa) in cui sono dettagliati tutti i percorsi con gli schemi orari.»

L’alternanza scuola-lavoro dovrebbe essere un’ulteriore opportunità per preparare i ragazzi al mondo del lavoro. Che pensa a riguardo? Come viene applicata nella sua scuola?
«L’alternanza scuola lavoro è una metodologia didattica già largamente sperimentata negli istituti tecnici e professionali e che trova nella legge 107/15 un ulteriore stimolo. Nel nostro istituto, valorizzando l’esperienza pregressa, si utilizza nell’ITE la metodologia dell’Impresa Simulata Formativa, per il cui specifico percorso l’istituto è dotato di laboratori dedicati. Questa metodologia, detta IFS, è d’elezione per i tecnici economici, ricca ed articolata e si avvale dell’apporto diretto di imprese “madrine” che affiancano studenti e docenti. Il percorso si arricchisce infine con la partecipazione in chiave nazionale e internazionale a fiere di aziende IFS. Lo scorso anno la fiera si è svolta su una nave da crociera che ha portato gli alunni delle classi IV a Barcellona con incontri in aziende spagnole e tra tutte le scuole italiane impegnate in percorsi analoghi. Per il professionale gli stage avvengono in azienda con percorsi che portano i ragazzi a svolgere almeno 180 ore nelle classi terze ai fini del conseguimento della qualifica professionale, ed a continuare fino in quinto per il diploma.»

Quali sono le difficoltà maggiori che, come Dirigente Scolastico, è costretta ad affrontare ogni giorno?
«Le difficoltà sono diverse ma se devo dire quali sono quelle più “faticose” direi la gestione del personale.»

I fenomeni di “insuccesso” e di “dispersione” scolastica sono tradizionalmente imputati a caratteristiche socio-culturali o psicologiche dell’allievo. È d’accordo con questa analisi? Sono questi fenomeni significativi nel suo Istituto? Quali interventi di prevenzione considera più efficaci e come li attuate?
«Non sono del tutto d’accordo con questa analisi anche se il contesto di provenienza degli alunni incide ancora notevolmente sul livello di successo scolastico. A pesare di più sono le condizioni economiche e la povertà culturale del territorio in cui lo studente è inserito. Il fenomeno dispersivo è più evidente nel settore del professionale dove la necessità di contribuire al reddito familiare porta spesso ad abbandonare precocemente i percorsi scolastici. L’istituto attiva da anni progetti  di inclusione finalizzati a prevenire detti fenomeni, nei prossimi giorni parte infatti un progetto realizzato con fondi europei con tali finalità che inciderà sulle competenze di base degli studenti con  percorsi fortemente motivanti quali teatro, sport, robotica, inglese ecc.»

Da anni ormai le istituzioni scolastiche hanno una propria autonomia amministrativa, didattica ed organizzativa. A suo parere l’attuale modello di autonomia scolastica lascia davvero adeguati spazi decisionali e gestionali alle scuole? Gli Enti territoriali sono di supporto?
«Il modello di autonomia prevista dalla normativa italiana è una delle più spinte nel panorama scolastico europeo ma purtroppo non sempre è attuabile, rimanendo ad esempio non sciolto il nodo del sistema di reclutamento del personale.»

Tremila istituti scolastici hanno di recente partecipato alla “Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole” promossa da Cittadinanzattiva. La situazione delle scuole dal punto di vista della sicurezza non è affatto positiva. I dati di Cittadinanzattiva dicono che una scuola su quattro ha una manutenzione insufficiente, solo una su otto è adeguata sismicamente e solo il 3% è in ottimo stato. Qual è la situazione generale del suo Istituto dal punto di vista della sicurezza e dell’edilizia scolastica, ancor più critica in una zona ad alto rischio sismico come la nostra?
«Il De Franchis collabora da anni con Cittadinanzattiva aderendo alle sue iniziative in tema di sicurezza a scuola. Il nostro istituto come la quasi totalità delle scuole della provincia di Caserta non è in possesso di tutte le certificazioni previste, ma cogliendo l’opportunità di fondi regionali in questi giorni stiamo completando la realizzazione dell’impianto antincendio nella sede di Alife.»

Una recente ricerca effettuata in tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, presenti sul territorio regionale, ha rilevato che il bullismo in Campania è aumentato del 16% in meno di due anni. Da qualche mese il Consiglio Regionale ha approvato una legge contro il bullismo e il cyberbullismo, che stabilisce anche la “Settimana regionale contro il bullismo e il cyberbullismo”, e istituisce il Comitato regionale per la lotta al fenomeno. Ci sono stati casi di bullismo nella sua scuola? E, soprattutto, in che modo riuscite a sensibilizzare e prevenire?
«Il fenomeno del bullismo è sempre in agguato ma i docenti del nostro istituto sono molto attenti a prevenirlo, abbiamo un referente che coordina le iniziative. Lo scorso anno in collaborazione con enti esterni abbiamo realizzato un significativo percorso che è durato l’intero anno scolastico, ma ci avvaliamo anche di un efficace sportello d’ascolto psicologico che assiste le vittime ma anche i bulli.»

La scuola educa i cittadini del futuro ai valori della cittadinanza e della democrazia. Anche la possibilità per i ragazzi di partecipare alle decisioni che riguardano la scuola contribuisce a formare cittadini attenti, responsabili e consapevoli. Da questo punto di vista, quali sono i programmi e le iniziative che realizzate per stimolarli alla partecipazione civica?
«I nostri studenti studiano il diritto come disciplina professionalizzante e questo li rende probabilmente più attenti a tali valori ma si promuovono frequentemente incontri con esperti, dibattiti oltre alla partecipazione attiva alla vita democratica della scuola attraverso gli organismi collegiali.»

Oggi internet, la globalizzazione e problematiche sempre più complesse, tra cui l’immigrazione e l’integrazione, stanno cambiando la società. Appare sempre più difficile educare ai valori del rispetto, della solidarietà, dell’accettazione dell’altro. Ci sono alunni non italiani nella sua scuola? Se sì, come vivono l’integrazione con la nostra cultura?
«La nostra scuola è frequentata da studenti stranieri anche se in percentuali ancora limitate ma sufficienti a sensibilizzare i ragazzi al confronto e al rispetto verso le altre culture, ma solidarietà, rispetto e accettazione dell’altro sono vissute in modo significativo anche dall’incontro con i compagni diversamente abili che condividono l’esperienza scolastica con i compagni più fortunati.»

Anche il rapporto scuola-famiglia sembra essere più difficile. Cosa può fare la scuola per fare in modo che i genitori siano più presenti e partecipi?
«I genitori sempre più presi dai diversi impegni lavorativi non riescono ad essere presenti come vorrebbero nella vita scolastica dei propri figli ed a questo spesso si aggiungono i diversi modelli familiari che la nostra società vive. La scuola cerca di coinvolgere il più possibile i genitori con incontri periodici ed altre iniziative come manifestazioni con i figli protagonisti, o percorsi progettuali in cui sono previsti momenti dedicati proprio ai genitori.»

Cosa significa per lei, “fare comunità? Quanto è importante per la sua scuola perseguire tale strada e come si trasmette agli studenti tale bisogno?
«”Fare comunità” è probabilmente sentirsi parte di un contesto territoriali disegnato da percorsi storici, culturali e sociali comuni, è sentirsi integrato in una rete di relazioni interpersonali in cui ciascuno si riconosce parte e si sente capace di prodigarsi per il benessere comune. Come trasmettere tali valori ai più giovani? Con l’esempio quotidiano e personale di tutti gli adulti di riferimento, la lettura dei grandi maestri del pensiero. Non ci sono altre strategie. È questo il motivo per cui chi deruba il proprio territorio prima di tutto tradisce la propria comunità e i suoi giovani. A conclusione di questa chiacchierata vorrei informare tutti che nelle progettazioni dei fondi strutturali europei per il prossimo biennio il nostro istituto è stato finanziato per tutte le numerose iniziative per cui si è candidato collocandosi nelle prime posizioni. Pertanto gli studenti del De Franchis avranno l’opportunità di avere a loro disposizione moltissime forme di arricchimento formativo tra cui percorsi linguistici all’estero, percorsi di alternanza scuola-lavoro in Italia ed all’estero, percorsi di orientamento post diploma e modalità innovative di apprendimento. Una ragione ulteriore per scegliere di diventare un tecnico dell’economia o un tecnico della manutenzione o dell’abbigliamento. Tutti gli interessati potranno inoltre visitare i nostri istituti e partecipare agli open day che sono in corso di realizzazione. Ringrazio e saluto tutti gli associati di “Amici di Pericle” per questa opportunità.»

L’associazione, Amici di Pericle, e la redazione del blog ringraziano la dott.ssa Balducci per la sua disponibilità ed esaustività.

Appuntamento alla prossima tappa del nostro “Viaggio nelle scuole di Piedimonte”.

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