L’associazione Amici di Pericle, giovedì 26 ottobre, ha invitato il prof. Gregorio Arena, Presidente di Labsus, per l’evento, tenutosi a Piedimonte Matese, dal titolo “L’Amministrazione Condivisa dei beni comuni: un’opportunità di cittadinanza”.
L’evento è stato strutturato in più momenti: in mattinata Arena ha incontrato il Sindaco di Piedimonte Matese, Luigi Di Lorenzo, alcuni componenti dell’amministrazione, i funzionari comunali e il segretario; nel pomeriggio c’è stato un primo incontro con le amministrazioni dei comuni limitrofi e con le associazioni locali, seguito dall’ultimo confronto aperto al pubblico.
Il prof. Arena, nell’incontro mattutino, ha illustrato al Primo Cittadino piedimontese e ai presenti le funzionalità del “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazioni per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni urbani”, di cui vi abbiamo già parlato qualche settimana fa. Ha posto l’accento sul fatto che esso svolge esclusivamente una funzione strumentale e che, di conseguenza, offre delle opportunità: in primis, l’opportunità di «liberare energie» e di potersi rapportare non più con cittadini che chiedono di soddisfare i propri bisogni, ma con cittadini che vogliono mettere a disposizione le proprie competenze nel perseguimento di un interesse generale.
Da qui la distinzione tra volontari e cittadini attivi: i primi si occupano delle persone; i secondi della cura dei beni comuni che, svolta in modo ottimale, migliora la vita di se stessi e di chi ci circonda. Ma non solo: favorisce la coesione sociale, svolge una funzione educativa soprattutto per i più piccoli, incentiva la costruzione di legami comunitari e, perché no, ha la probabilità di creare, talvolta, un indotto economico che potrebbe risultare vitale per qualsiasi luogo, a maggior ragione per il nostro territorio.
Un altro tema toccato riguarda la comunicazione dei beni comuni in uno scenario di amministrazione condivisa. In tal caso, è emersa la necessità dell’essere pronti e competenti a coordinare le attività, nonché a mediare tra i soggetti che intervengono nelle operazioni dei Patti di Collaborazione (enti pubblici, associazioni, comitati di quartiere, cittadini) — ossia i “contratti” che disciplinano l’intervento dei cittadini attivi in riferimento a un bene comune —, magari predisponendo un ufficio apposito preposto a coordinare l’intero processo. È essenziale, poi, saper comunicare all’esterno, in particolare a quei cittadini che non partecipano alla sussidiarietà, esplicitando in modo chiaro gli obiettivi e il valore del prendersi cura di un qualsiasi bene comune, in un’ottica di promozione della cultura dei beni comuni.
Tante le domande da parte di alcuni amministratori e funzionari comunali, in particolare sulla ricaduta della responsabilità civile e quella in caso di infortunio per un cittadino attivo operante in un Patto di Collaborazione. Il Presidente Arena ha avuto l’occasione per parlare della collaborazione tra Labsus e UnipolSai, che si concretizza in una serie di pacchetti assicurativi rivolti esclusivamente ai cittadini attivi, acquistabili direttamente dal Comune.
Legami di comunità, riuscire a fare rete, non solo a Piedimonte Matese, bensì tra tutti i Comuni dell’area matesina e, più in generale, dell’Alto Casertano.
E questo è stato il tema trainante del primo incontro pomeridiano con alcuni dei Sindaci dell’Alto Casertano. Gregorio Arena, partendo dalla Riforma del Titolo V del 2001, che ha dato vita al principio di sussidiarietà orizzontale per mezzo dell’art. 118, ultimo comma, della nostra Costituzione (“Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”), e che, a sua volta, ha permesso la nascita dei cittadini attivi, ha evidenziato il legame di quest’ultimo con l’art. 3, comma 2: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Convertire, dunque, quel paradigma amministrativo a cui siamo abituati dall’Ottocento: non più la cosa pubblica considerata come materia esclusiva delle amministrazioni pubbliche, ma porre finalmente il cittadino al centro, come un attore protagonista: tutto ciò grazie al modello governativo dell’amministrazione condivisa dei beni comuni.
Ma cosa si intende per beni comuni?
Altro quesito imprescindibile pervenuto da una comunità vergine di Patti di Collaborazione come quella matesina, a cui il Presidente Arena ha risposto identificandoli come quei beni che permettono a tutti i cittadini (da qui il concetto di interesse generale), come gruppi associati o come singoli, di raggiungere la propria perfezione e pienezza, di mostrare e sviluppare il proprio talento e le proprie competenze e di affermare la propria dignità, secondo quanto affermato dalla Costituzione. Ovviamente, da ciò si intuisce che dietro ai beni comuni vi sono le persone e che, quindi, prendersi cura di essi significa indirettamente prendersi cura della qualità della vita delle persone.
A chiusura dell’intensa giornata ricca di cultura, politica e riflessione sociale, il prof. Gregorio Arena ha incontrato i cittadini di Piedimonte Matese e dei comuni limitrofi in un dibattito pubblico moderato dal giornalista Francesco Fossa.
Al centro del dibattito vi è stato il tema della sussidiarietà. Il principio di sussidiarietà orizzontale, visto in precedenza con l’art. 118, ultimo comma, della Costituzione, favorisce tutte le libere iniziative della società civile che abbiano come fine la risoluzione dei problemi della comunità. Gli attori operanti in tale contesto sono ovviamente quelli appartenenti al Terzo Settore. Ma in una società improntata sulla sussidiarietà orizzontale, qual è il ruolo dello Stato? Ovviamente la Repubblica (intesa come Stato centrale, Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni) non deve venire meno ai propri doveri.
Tuttavia, è chiaro che il principio di sussidiarietà è ancora lontano dall’essere espresso al pieno delle sue potenzialità. E allora, come si fa? Applicandolo e ridefinendo una volta per tutte i rapporti tra amministratori e amministrati, convertendo il sistema di monodirezionalità in bidirezionalità e concretizzando l’amministrazione condivisa.
Tutto ciò, magari, dopo gli oltre centoventi esempi in tutta Italia, a Piedimonte Matese e nei comuni vicini dell’intero comprensorio matesino e dell’Alto Casertano, per iniziare a costruire un’interessante rete di cooperazione salda ed efficiente e tentare persino di trovare una via d’uscita alla crisi economica, sociale e culturale che in Italia ha investito ogni realtà, in particolare la nostra.
Andrea Palumbo

Coordinatore di Fare Comunità. Nato a Piedimonte Matese, classe ’93, si è laureato in Comunicazione pubblica e politica a Torino. Membro di Amici di Pericle, crede nella partecipazione civica come un elemento di supporto ai fini di un’attività amministrativa di qualità.